Ricovero in ospedale: non prendiamolo troppo sul serio.


Quando lanci un blog dovresti pubblicare spesso per avere più successo.
Questo blog non ha la pretesa di avere successo, e sono due settimane che non scrivo nulla.

Ho avuto altro da fare, tra cui pensare.
Ecco chi mi ha aiutato a farlo.

Tutti gli stratagemmi, le invenzioni e le trovate creative sono facili da escogitare quando si ha un minimo di tempo per prepararle o comunque ci si trova in un luogo "amico" come casa propria, il mare, in centro città, ecc.
Ma può capitare di trovarsi in un posto nuovo, imprevisto, senza attrezzi del mestiere, e sotto stress.

Ho portato uno dei miei figli al pronto soccorso per problemi respiratori, sono fondamentalmente un ottimista ed ero certo che saremmo tornati rapidamente a casa con una banale terapia di aerosol e cortisone, ma quando mi hanno detto che era polmonite e che ci avrebbero ricoverati, ho pensato che non avevo ancora un post adatto per affrontare quella insolita domenica mattina.

Non credo di aver gestito la situazione in maniera così diversa da qualunque altro genitore, quindi non mi soffermerò su come ho cercato di camuffare quei due giorni di ospedale (solo due, ci è andata molto meglio di altri) in una specie di gita fuori porta, alla fine é stato abbastanza facile anche perché essendo un ospedale infantile c'erano altri bambini con i quali giocare, infermiere grandiose, e una sala giochi super attrezzata.

Vi racconto invece di quando sono passati a trovarci i clown di corsia, i volontari che passano tra le camere a portare un sorriso, un palloncino, e un po' di compagnia.
Uno pensa che passino per i bambini, ma non credo sia così. La realtà é che passano per noi genitori, per ricordarci che prendiamo le cose troppo sul serio, e che basta sforzarsi a fare un sorriso per strapparne di autentici.
Durante il loro breve intrattenimento mi hanno dato un naso rosso di gomma, sono stato ovviamente al gioco e ho partecipato, ma non mi aspettavo che me lo avrebbero regalato.
Un regalo magnifico, mi ha aperto un mondo. Non che avessi bisogno di essere tirato su, ero sufficientemente sereno ma, quel gesto, quel naso tutto per me, mi ha sorpreso e mi ha fatto tornare bambino: non nel senso che mi ha fatto rivivere esperienze passate, ma nel senso che mi ha toccato nel profondo.

É stato come se qualcuno mi avesse regalato uno scudo contro ogni difficoltà, ed é realmente così.
Ho bisogno di imprimere questo ricordo, questa sensazione nella mia memoria, e di condividerla con chi non ha avuto la mia stessa fortuna.

Ora questo naso sarà sempre con me, nei momenti difficili come in quelli solari, lo terrò in tasca in vacanza come al lavoro, mi troveranno con una pallina rossa in faccia ad aspettarli.



Troveranno me o, come quei giorni in ospedale, una scimmia con un cartello.

Commenti

Post più popolari